Rispondiamo alle parole delle sindaco in merito alle nostre considerazione in merito alla cessione di Amia al gestore unico del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti.
Innanzitutto vogliamo sottolineare al Sindaco, evidentemente all’oscuro dei lavori del Consiglio Comunale, e alla cittadinanza che noi abbiamo sollevato le nostre critiche mesi fa rispetto alla perizia di stima di Amia che ha individuato il valore dell’azienda in soli 490.000 euro; in commissione società partecipate erano presenti consiglieri di maggioranza e rappresentanti dell’amministrazione, a cui evidentemente tale valore è sembrato congruo. Nel caso opposto, avrebbero dovuto prendere atto e incaricare un altro perito che potesse fornire un parere in merito. Di tale omissione amministrazione e maggioranza sono pienamente responsabili e saranno gli organi deputati a stabilire se avevamo ragione o torto.
Il fatto che la Regione Toscana abbia stabilito con una legge di dubbia costituzionalità le sorti della gestione dei rifiuti indirizzandola verso ente sovraordinato, non esonera la giunta da giudizi di merito. Che cosa pensa il sindaco in ordine alla costituzionalità delle legge regionale 69/2011? Che cosa pensa il sindaco in ordine all’obbligo di accentramento su un unico soggetto dei servizi di raccolta e di smaltimento (caso unico in Italia)? Che cosa pensa il sindaco in ordine alla durata dell’affidamento ventennale? Che cosa pensa in ordine all’individuazione di un perimetro di gara che abbraccerà 4 province che contano oltre un milione di utenti? L’autorità garante del commercio e della concorrenza cassa totalmente il progetto regionale evidenziando che:
Gli ambiti territoriali non dovrebbero superare i 100.000 abitanti;
I servizi di raccolta e smaltimento dovrebbero essere affidati ad aziende differenti;
La durata dell’affidamento non dovrebbe essere superiore ai 6 anni.
Tali problematiche più volte da noi sollevate in questi anni in consiglio comunale e nelle commissioni competenti rimangono ancora oggi senza una risposta. Non vedo, non sento, non mi sento responsabile: lo slogan dell’amministrazione carrarese.
Troppo comodo scansare le responsabilità addebitandole in toto alla regione, tra l’altro governata all’epoca dagli stessi PD PSI IDV e altre forze di ‘’sinistra’’.
Resta ancora ampiamente disatteso l’esito referendario con cui il popolo italiano aveva scelto la gestione totalmente pubblica dei servizi essenziali, tra cui rientra indiscutibilmente anche quello dei rifiuti. Rileviamo che coloro che oggi vorrebbero ergersi a paladini dei beni comuni ieri, nella rossa Toscana, erano e sono in prima fila nell’implementazione del processo di privatizzazione dei servizi pubblici locali in chiaro contrasto con il referendum popolare del 2011 e che molto presto completeranno la svendita della gestione dell’acqua.
M5S Carrara